Negli ultimi anni anche nella clinica e chirurgia veterinaria si è diffuso ed affermato in maniera preponderante l’utilizzo dell’endoscopia (“guardare dentro”). Con questa procedura possono essere indagati tantissimi distretti dell’organismo in maniera del tutto atraumatica e con una visione del tutto reale della parte studiata.
L’endoscopia può essere indirizzata allo studio dell’apparato respiratorio (broncoscopie, toracoscopie), in tal modo si possono evidenziare malattie non diagnosticabili in altro modo; mi riferisco per esempio alla presenza di corpi estranei (spighe, forasacchi, prodotti vegetali e non) devastanti se non rimossi tempestivamente; neoplasie bronchiali; infiammazioni, ecc. Anche le indagini sull’apparato genito-urinario (vescica, uretra, utero) beneficiano tantissimo dall’utilizzo di questa applicazione. Non dimentichiamo l’esplorazione della cavità addominale (laparoscopia), pietra miliare e passaggio dalla chirurgia tradizionale alla chirurgia mininvasiva, dove con l’utilizzo di tre piccoli fori si riesce ad indagare ed operare gli organi contenuti nella cavità stessa. In ultimo, ma credo la più diffusa ed utilizzata, ricorderei l’endoscopia gastroenterica che rappresenta il percorso diagnostico più importante nei pazienti con vomito cronico e diarrea, nei quali il ricorso a mezzi d’indagine meno invasivi non ha permesso il raggiungimento di un risultato.
In termini generali, io eseguo l’endoscopia nei casi di vomito presente da più di cinque giorni e nella diarrea che persiste da più di due settimane, ovviamente, come già suddetto, quando le altre metodiche non hanno dato nessun riscontro. La strumentazione è costituita da un “tubo” flessibile all’interno del quale esiste un canale di lavoro ed un sistema di conduzione d’immagini che vengono evidenziate in diretta su un monitor; ciò permette un vero e proprio esame visivo della superficie da esaminare ma anche l’esecuzione di prelievi mirati con l’acquisizione di numerosi campioni per la valutazione delle cellule e dei tessuti.
Il diametro degli endoscopi che normalmente utilizziamo per l’apparato gastroenterico è di circa 7 – 9 millimetri in maniera da poter essere impiegati su cani di tutte le taglie. La lunghezza varia, ma è buona norma utilizzare quelli superiori al metro in quanto ci permettono di esplorare il duodeno di soggetti di taglia media e grossa. Il grandissimo vantaggio di questa metodica è quello di poter esplorare un’amplia parte del tratto digerente con esclusione di una piccola porzione (digiuno e parte dell’ileo). Si inizia con il faringe, proseguendo attraverso l’esofago per poi osservare direttamente tutto lo stomaco ed una parte del piccolo intestino. Con uno strumento simile (colonscopio) si visionerà la parte distale dell’intestino partendo dal setto per arrivare al colon ed all’ileo. Per voler fare solo alcuni esempi possiamo evidenziare ulcere, ernie iatali, diverticoli, prolassi, neoplasie, polipi ed infiammazioni di vario genere.
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