La rotula è il piccolo osso sesamoide localizzato all’interno
dell’articolazione del ginocchio, sulla faccia dorsale e si localizza nel
solco trocleare; all’interno di questo solco compie movimenti di
scorrimento ed è mantenuta nella sua sede dai tendini del quadricipite e
tibio-rotuleo. Quando si verifica un’instabilità a carico di questo osso
significa che i normali mezzi di contenzione non sono più in grado di
svolgere correttamente la loro funzione e si instaura quindi una
condizione patologica.
Viene definita lussazione della rotula la perdita dei normali rapporti
anatomici con le strutture adiacenti poiché l’osso si trova dislocato in
una sede impropria e diversa da quella fisiologica. La causa di questa
patologia può essere di diversa origine: traumatica a carico di
articolazioni sane, patologica a carico di articolazioni con alterazioni
congenite (alterazioni multiple nella conformazione dell’arto che causano
la perdita del normale asse femoro-tibio-rotuleo) o con patologie
preesistenti (in associazione per esempio alla rottura del legamento
crociato anteriore).
Da un punto di vista epidemiologico si tratta di una patologia
occasionalmente riscontrabile nel gatto, mentre è molto più frequente
diagnosticarla nel cane e se le forme con origine traumatica possono
verificarsi a qualsiasi età, quelle con una componente congenita sono
generalmente riconosciute in soggetti giovani al termine della fase di
sviluppo. Nel cane la lussazione rotulea è più spesso mediale e nel 70%
dei casi tende ad interessare entrambi gli arti posteriori. Maggiore
predisposizione è stata riscontrata nei cani di piccola taglia quali
Yorkshire, Barboncino, ma è patologia molto presente anche nelle
razze di taglia media (Bulldog), grande (Labrador, Golden Retriever) e
gigante(Terranova, Alano, Maremmano, Cane Corso).
Esistono diversi gradi di classificazione della lussazione rotulea,
espressi in base alla gravità della patologia: 1° grado – lussazione
intermittente con mancato appoggio dell’arto, la rotula torna
spontaneamente nella posizione fisiologica; 2° grado – lussazione
frequente e talvolta persistente, tende a ridursi spontaneamente ma può
essere ridotta manualmente tramite rotazione della tibia, presenza di
crepitio articolare; 3° grado – lussazione costante della rotula, non c’è
riduzione spontanea ma solo manuale; 4° grado – lussazione permanente, non
riducibile.
Da un punto di vista terapeutico volto alla risoluzione della patologia
l’approccio è sicuramente di tipo chirurgico; esistono svariate tecniche
applicabili e possono essere utilizzate singolarmente o in associazione,
la scelta è comunque sempre strettamente legata al grado di lussazione
presente. Alcune tecniche prevedono un approccio chirurgico limitato ai
tessuti molli che dia maggior stabilità alla rotula modificando le forze
che agiscono sulle diverse componenti anatomiche e comprendono la
sovrapposizione del retinacolo mediale o laterale, la sovrapposizione
della fascia lata, la sutura antirotazionale a tirante tra tibia e rotula,
la desmotomia e la dissezione del muscolo quadricipite. Altre tecniche più
complesse interessano anche strutture osse che modificate impediscano alla
rotula di lussarsi nuovamente: la plastica trocleare consiste nel rendere
più profondo il solco trocleare dove fisiologicamente alloggia la rotula e
la trasposizione del tubercolo tibiale (sul quale è inserito il legamento
femoro-tibio-rotuleo) rende più stabile l’asse dell’articolazione
sviluppando forze contrarie a quelle che causano la lussazione.
Nei casi più gravi si contemplano le osteotomie correttive di tibia e
femore.
L’intervento chirurgico
pianificato fornisce normalmente risultati più che
soddisfacenti permettendo all’animale di utilizzare l’arto ma è bene
ricordare che il periodo postoperatorio rimane delicato e la
riabilitazione deve essere controllata e graduale per permettere ai
tessuti interessati di cicatrizzare nella maniera corretta.